La cultura di Terra dei Padri: complottismo, ciarlatani e naziskin

Come pagina di controinformazione attenta a quello che succede a Modena vogliamo rendere noto l’ennesimo esempio di quello che si nasconde davvero dietro l’etichetta di “circolo culturale” che Terra dei Padri usa per giustificare il proprio ruolo di sede regionale dei movimenti neofascisti e neonazisti a Modena.
Dopo la presenza di ex ordinovisti, terroristi e protagonisti delle trame nere della strategia della tensione, di conferenze sulla “malattia dell’omosessualità”, sul “complotto dei vaccini”, sul Piano Kalergi e il piano di “sostituzione etnica”, sull’eugenetica e la natalità della “razza bianca” e di innumerevoli concerti nazirock, il circolo modenese passa a trattare di economia “identitaria”.

Sabato 12 gennaio il “circolo” nero ha infatti organizzato una conferenza sul “pensiero” di Giacinto Auriti, sedicente “economista” – che economista non era – scomparso nel 2006, ex missino, ex candidato alle elezioni del Parlamento europeo con la lista Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, seguace delle teorie monetarie del poeta fascista Ezra Pound e da più parti parti indicato come tra i principali fautori degli argomenti a favore delle teorie del complotto sul signoraggio bancario.

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«Per la mente che vede con chiarezza non c’è necessità di scelta, c’è azione».

L’attitudine che il 15 dicembre 2017 a Modena ha portato a radunarsi in Largo Bologna quasi cinquecento persone, a contrapporsi ai nazifascisti che volevano marciare sulla nostra città, è esattamente questa.

È esattamente quella dei tanti giovani e giovanissimi modenesi, orgogliosamente antifascisti e antirazzisti, in prima fila a resistere alle violentissime cariche dei celerini del battaglione Padova, mandati – come sempre – a scortare i camerati chiamati da Terra dei Padri, Veneto Fronte Skinhead e Forza Nuova da tutta la regione. È esattamente quella che manca a quei “leoni” col saluto romano che si riempono la bocca di ribellione al sistema, coraggio e onore, ma non hanno mai avuto di fronte scudi e manganelli con la bava alla bocca, perché li hanno sempre visti – e sostenuti – da dietro, protetti dagli amici della digos, spesso con lame alla mano.

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Decine di denunce per aver osteggiato il “regolare svolgimento” di una manifestazione di nazisti. Con orgoglio antifascista e antirazzista!

A distanza di quasi un anno dalla grande piazza antirazzista di Modena del 15 dicembre 2017, quando in oltre 400 ci siamo trovati/e da tutta l’Emilia per opporci all’infame presenza nazifascista di Terra dei Padri, Veneto Fronte Skinhead e Forza Nuova sulle strade di Modena, in questi giorni a decine e decine di antifascisti/e modenesi ed emiliani/e sono state consegnate altrettante denunce. Tante le accuse, tra cui “adunata sediziosa”, “manifestazione non autorizzata”, “istigazione a delinquere”, “oltraggio a pubblico ufficiale”, “travisamento” e “resistenza”, a cui si aggiungono i diversi fogli di via da Modena già comminati mesi fa contro ragazzi e ragazze che vivono quotidianamente per lavoro, appartenenza e affetti la propria città


Misure repressive che vogliono colpire chi quella sera, sfidando le provocazioni poliziesche e l’ipocrisia di certa sinistra al caviale, ha voluto dare un messaggio forte di opposizione alle organizzazioni neofasciste sempre più presenti sul territorio e al razzismo istituzionale che oggi vediamo a fianco e dentro il governo.

Ma andiamo con ordine.
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28 aprile a Modena: un raduno neonazista sotto il nome di Ramelli

Modena, 28 aprile 2018.
Le immagini parlano da sé: un raduno di neonazisti, hammerskins e boneheads, nostalgici delle camere a gas e delle leggi razziali, provenienti da tutta la regione.

È questo lo scenario che si è presentato ieri a Modena sotto la via intitolata al “camerata caduto” Sergio Ramelli. Una manifestazione organizzata da Terra dei Padri con il Veneto Fronte Skinheads e Lealtà Azione, che ha visto arrivare neonazisti da tutta l’Emilia, da Piacenza e da Mantova. Ad arringare la “parata” di teste rasate, scimmiottanti lo stile paramilitare, sono infatti Fabio De Maio, presidentissimo del sedicente “circolo culturale” neofascista di via Nicolo Biondo 297, e Andrea Casolari, responsabile emiliano di Progetto Nazionale, il braccio politico dell’organizzazione di naziskin antisemiti, tornati alla ribalta negli scorsi mesi per la propria campagna di intimidazioni e aggressioni ad attivisti di sinistra e volontari antirazzisti (http://gazzettadimodena.gelocal.it/…/un-prignanese-tra-gli-…).

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25 Aprile 2018: opporsi al nazismo è ancora reato. Fogli di Via agli antifascisti emiliani.

Nella Modena a governo PD alla vigilia del 25 aprile, giorno della Liberazione dal nazifascismo, vengono distribuiti fogli di via ad antifascisti e antifasciste emiliani: l’accusa è di aver “osteggiato il regolare svolgimento” di una manifestazione nazista.
Ma andiamo con ordine.

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Il Veneto Fronte Skinhead torna in città.

I neonazisti, già protagonisti di raduni razzisti, pestaggi pianificati e intimidazioni squadriste, con “sprezzo del pericolo” hanno colpito diverse sedi sindacali dentro e fuori la regione, tra cui quella della Cgil di Modena.

Una provocazione fascista dai toni deliranti mutuati dalla propaganda revisionista e diffamatrice, compiuta strumentalizzando il corpo delle donne proprio nel giorno della mobiltazione transnazionale dell’8 marzo che anche a Modena ha visto il movimento Non una di meno scendere in piazza contro le violenze maschili, l’oppressione patriarcale, la discriminazione di genere e il razzismo insito in questa società.

La presenza sul territorio di militanti di questi gruppi neonazisti e di spazi dove possono riunirsi non deve essere preso sottogamba.
Da notare che nella stessa serata della provocazione il circolo neofascista Terra dei Padri fosse aperto…

http://www.cgilmodena.it/provocazione-fascista-le-camere-del-lavoro-modena-reggio-emilia/

Neonazisti con ex dell’eversione nera: un tipico venerdì sera a Terra dei Padri

“Né fronte rosso né reazione: lotta armata per la Terza Posizione” recita la strofa tratta dall’inno composto in onore della formazione neofascista eversiva fondata a Roma nel 1978 da Gabriele Adinofi (oggi teorico di riferimento di Casapound), Roberto Fiore (attuale leader di Forza Nuova) e il defunto Giuseppe Dimitri (con un passato che va dalla militanza nei NAR alla consulenza a Gianni Alemanno quando era ministro delle politiche agricole, forestali e alimentari). Compositore dell’inno è Marcello De Angelis, classe 1960, militante e dirigente di primo piano di Terza Posizione – già appartenente, nel 1977, al sodalizio neofascista Lotta Studentesca e prima ancora al Fronte della Gioventù, costola giovanile del MSI – che sarà ospite nella sede fascista Terra dei Padri venerdì 2 febbraio.

Questa «personalità di spicco della Destra Italiana», come viene presentato De Angelis dal sedicente “circolo”, sarà accompagnata dai neonazisti e antisemiti del Veneto Fronte Skinhead (dietro la dicitura del proprio partitino Progetto Nazionale, il cui coordinatore locale è Andrea Casolari) coorganizzatori dell’iniziativa, gli stessi protagonisti delle intimidazioni squadriste di Medole e Como, che tanto hanno provocato effimera indignazione e che adesso sembrano spariti dai radar di giornalisti, sinceri democratici e dell’opinione pubblica benpensante.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio chi è Marcello De Angelis e cosa è stata l’organizzazione neofascista eversiva Terza Posizione.

La parabola di Terza Posizione dura appena due anni perché nel 1980, dopo la strage di Bologna, la magistratura italiana intensifica, a suo modo, la repressione contro le organizzazioni neofasciste. Infatti, il 23 settembre 1980 è ordinato un blitz contro i fondatori e i dirigenti di Terza Posizione, tra cui Marcello De Angelis, con l’emissione di una trentina di ordini di cattura per associazione sovversiva e banda armata. Tuttavia durante il blitz gli arrestati sono solo una decina di militanti giacché in tanti si sono già resi irreperibili soprattutto dopo che il titolare dell’inchiesta, il magistrato bolognese Persico, aveva rilasciato alla stampa una dichiarazione in cui, più o meno, anticipava il blitz. Ad affermarlo saranno, qualche anno più tardi, proprio Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi nella monografia dal titolo “Noi Terza Posizione”. Tra i latitanti vi è anche Marcello De Angelis che si rifugia prima in Francia e poi a Londra insieme ai camerati Roberto Fiore e Massimo Morsello. Su richiesta della polizia italiana, Scotland Yard riesce ad arrestare Fiore e De Angelis, ma, dopo un breve periodo di carcerazione, la corte inglese si pronuncia contro l’estradizione considerando le accuse dei PM italiani di stampo politico.

Durante la latitanza londinese De Angelis partecipa, con Fiore e Adinolfi, alla stesura dell’opuscolo “La Rivoluzione è come il vento”. Si tratta di una nota difensiva in difesa di Terza Posizione che ha ispirato la nazirock band “Intolleranza” nel singolo “Come il Vento”. Il processo contro Terza Posizione si chiude nel 1985 con 24 condanne e 7 assoluzioni. Marcello De Angelis è condannato in contumacia a 5 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata. Rientrato in Italia ne sconta 3 usufruendo dell’amnistia del 1989 e, una volta uscito dal carcere, fonda la band 270 bis, ironico richiamo all’articolo del codice penale che individua il reato di associazione sovversiva. Con i 270 bis De Angelis compone, tra l’altro, l’album “Cuore Nero” in cui spicca il brano “Claretta e Ben”, canzone il cui testo rappresenta un cult per la fascisteria italiana e non solo.

Da rivoluzionario duro e puro di Terza Posizione, De Angelis è stato eletto, nel 2006, senatore nelle liste di Alleanza Nazionale in Abruzzo e, nel 2008, deputato alla Camera con le liste del popolo della Libertà sempre in Abruzzo. È stato, dal 1996, direttore di Area, mensile della destra vicina a Gianni Alemanno e, tra il 2011 e il 2014 direttore del quotidiano “Secolo d’Italia”. Il 15 aprile 2016 De Angelis, su iniziativa dei militanti fascisti di Progetto Nazionale, ha presentato a Reggio Emilia il libro “C’è un cadavere nel mio champagne” e ha suonato in unplugged con un membro della naziband mantovana Acciaio Vincente, i cui componenti fanno parte del Veneto Fronte Skinhead.

Ancora una volta Terra dei Padri si dimostra – nel silenzio complice di giornalisti, politici “democratici” e media locali – sede di ritrovo comune della galassia nera regionale e centro di supporto logistico a tutte le organizzazioni nazifasciste che vorrebbero fare della via Emilia un terreno dove seminare odio razziale, aggressioni squadriste e paura per chi non accetta la loro infame ideologia. La serata “culturale” di venerdì 2 febbraio, come la vuole spacciare il “circolo” di via Nicolo Biondo 297, chiamerà infatti a Modena numerosi naziskin da tutto il Nord Italia (Parma, Sassuolo, Mantova, Piacenza e Verona in particolare) che, una volta riempitisi di alcool e fomentatisi con un ex dell’eversione nera, potranno poi scorrazzare per le vie della città mettendo a repentaglio la sicurezza personale di tutti coloro che avranno la sfortuna di incrociare per sbaglio la loro strada. Ricordiamo che gli appartenenti al Veneto Fronte Skinhead si sono sempre contraddistinti per atti di violenza e intolleranza brutale, con intimidazioni, pestaggi e aggressioni soprattutto verso stranieri o tutti coloro che avversano l’ideologia neonazista del gruppo, anche con uso di armi improprie e accoltellamenti, fino a sfociare nel 2008 nell’omicidio a Verona di Nicola Tommasoli, ragazzo che si era rifiutato di “offrire” una sigaretta.

Come possono le autorità permettere questo tipo di raduni nazisti?
Come possono le istituzioni e i media locali fare finta di niente, salvo poi stupirsi o indignarsi quando poi puntualmente avvengono pestaggi, aggressioni, accoltellamenti nelle strade della città?
Dobbiamo attendere che del sangue venga versato o che ci scappi l’ennesimo morto ammazzato da un fascista per fare qualcosa contro questo sdoganamento, pericoloso per tutti?

Invitiamo tutta la cittadinanza modenese che vive nei pressi del “circolo” Terra dei Padri e che frequenta la movida del venerdì sera in centro a tenere gli occhi aperti per quella serata.