Su patriarcato e fascismo rispetto allo stupro di Viterbo

Sull’orrendo stupro di una ragazza di Viterbo da parte di due militanti di Casapound – di cui uno consigliere comunale – dentro una loro sede non ci sono parole adatte o giuste. Solo rabbia e ancor più odio verso questi uomini schifosi.

La considerazione del corpo delle donne come carne da campagna elettorale, come proprietà da difendere o come oggetto a uso e consumo sessuale del maschio non è certo prerogativa di questi infami soggetti: di certo è inscritta nel loro dna culturale, politico e identitario, e infatti a buon diritto sono legittimamente compatibili e rispettabilmente integrati dentro questa società.

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JUST FUCKING BANDITS

Branchi di straccioni; bande. Banditi. Certo siamo ancora la cosa più decente che è restata in Italia; non lo hanno sempre pensato gli stranieri che questo è un paese di banditi? Il primo carro si fermò; sopra c’era un ufficiale con un soldato. Avrei voluto dirgli qualcosa di storico.
«Non siete mica tedeschi, eh?» dissi.
«Not really» disse l’ufficiale.
«Benvenuti,» dissi. «La città è già nostra». […]
«E chi sareste voialtri?» disse l’ufficiale a un certo punto.
Io risposi senza pensare: «Fucking bandits».
(Luigi Meneghello, I piccoli maestri, 1964)

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24 Aprile 1945 – Due storie diverse di due donne staffette e partigiane

Due storie diverse di due donne staffette e partigiane che avevano deciso di combattere il nazifascismo e essere parte attiva nella liberazione della città di Reggio Emilia.

Nel1944 Liliana Corradini (Mara) ha 18 anni, proviene da una famiglia contadina e fervente antifascista e lavora come mezzadra.

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Non vi è pace / in questo 22 Aprile

22 aprile 1945. L’insurrezione armata di massa, dopo mesi di guerriglia, combattimenti e attentati che hanno portato il terrore tra le fila del nemico, libera autonomamente Modena dal nazifascismo e istituisce l’autogoverno partigiano. Gli ultimi criminali repubblichini sono in fuga insieme alle armate tedesche in rotta. Molti di loro cercheranno, negli ultimi momenti, di svestire la camicia nera, rinnegando la propria scelta di servire le forze dell’oppressione, ma saranno lo stesso raggiunti dalla giustizia partigiana.

La memoria non si cancella. Non è condivisa, non è pacificata, è irriducibilmente di parte. Un campo del conflitto. Anche oggi, soprattutto oggi.

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Combatti la paura! Report di un pieno successo

La presentazione di Combatti la paura. Il libro. di sabato è stato un successo oltre ogni aspettativa.

Il locale pieno, i libri esauriti, tanti vecchi amici e nuovi compagni, decine di ragazzi e ragazze che hanno partecipato con domande e interventi, con la voglia di mettersi in gioco ma soprattutto – ed è questa la cosa preziosa – capaci di metterci in gioco, di dare nuovi punti di vista, di illuminare contraddizioni e limiti per fare un passo avanti e superarli. Se la nostra paura era quella che tutto si fermasse a vecchi slogan, a formule predefinite o a raccontarci la solita storiella tra di noi, be’ allora questa paura l’abbiamo combattuta davvero, e l’abbiamo sconfitta.

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