Su patriarcato e fascismo rispetto allo stupro di Viterbo

Sull’orrendo stupro di una ragazza di Viterbo da parte di due militanti di Casapound – di cui uno consigliere comunale – dentro una loro sede non ci sono parole adatte o giuste. Solo rabbia e ancor più odio verso questi uomini schifosi.

La considerazione del corpo delle donne come carne da campagna elettorale, come proprietà da difendere o come oggetto a uso e consumo sessuale del maschio non è certo prerogativa di questi infami soggetti: di certo è inscritta nel loro dna culturale, politico e identitario, e infatti a buon diritto sono legittimamente compatibili e rispettabilmente integrati dentro questa società.

La propaganda che riduce la questione della violenza maschile verso le donne a un fattore etnico, associato inequivocabilmente a determinate “razze” o colori della pelle, come se non fosse una piaga sociale e un problema di tutti gli uomini, nasconde e rafforza di fatto una società che si basa – nei suoi aspetti materiali e culturali – sulla subalternità della donna al maschio: anche questa non è prerogativa dei soli fascisti di Casapound, a ben vedere, ma sicuramente una colonna portante del loro progetto.

Per noi, se picchi una donna, la violenti, la filmi e poi la minacci di stare zitta, semplicemente, non sei solo un fascista di merda o un “immigrato invasore” come dice la propaganda razzista: sei semplicemente un verme che tutti gli uomini devono combattere.

#ANTIFA