24 Aprile 1945 – Due storie diverse di due donne staffette e partigiane

Due storie diverse di due donne staffette e partigiane che avevano deciso di combattere il nazifascismo e essere parte attiva nella liberazione della città di Reggio Emilia.

Nel1944 Liliana Corradini (Mara) ha 18 anni, proviene da una famiglia contadina e fervente antifascista e lavora come mezzadra.


All’indomani del 8 settembre 1943, Mara si adopera con la propria famiglia per dare rifugio e assistenza ai soldati in fuga, procurando loro cibo e vestiti.
Pochi mesi dopo, Mara inizia a collaborare attivamente con i G.A.P. smistando stampa clandestina nelle zone di San Maurizio, Ospizio, Gavasseto, Sabbione, Gavassa, Marmirolo, Castellazzo, Fellegara e Canali e macinando centinaia e centinaia di km con la sua bicicletta.

Ben presto, però, Mara, oltre alla stampa clandestina, deve smistare anche armi e entra a far parte a tutti gli effetti della 37° Brigata G.A.P. (Vittorio Saltini).
Nella primavera del ’45 Mara partecipa alle manifestazioni dei Gruppi di Difesa della Donna (G.D.D.) e l’8 marzo prende parte allo sciopero contro la fame e la repressione politica, prima davanti alla Prefettura, e poi davanti al carcere dei Servi. In entrambe le occasioni i fascisti sparano sulle donne e ne feriscono alcune.

Il 24 aprile l’esercito alleato è a circa 3 km dalla città di Reggio Emilia. Una sua avanguardia si mette in contatto con il C.L.N. e si incontra con i membri di G.A.P., S.A.P. e altre formazioni partigiane presso la Cantina Sociale di San Maurizio.
I tedeschi sono in fuga verso le campagne della bassa, hanno fatto saltare il ponte viario sul torrente Rodano e hanno lasciato soli i cecchini repubblichini.
Mara compie la sua ultima missione in bicicletta. Si dirige verso Due Maestà per portare la notizia alle altre formazioni partigiane di convogliare verso la città per poi corrervi anche lei.

Nel 1944 Maria Montanari (Mimma) ha 19 anni e decide di entrare a far parte della Resistenza.
Lavora come inserviente presso l’ospedale “Lazzaro Spallanzani” occupato dalle truppe naziste.
Mimma entra nella 76° Brigata S.A.P. e grazie al suo lavoro riesce a raccogliere informazioni preziose sull’attività delle truppe tedesche.
Poi però le sole informazioni non bastano più, la lotta contro nazisti e fascisti necessita di propaganda, cibo, armi e anche farmaci per curare i feriti.
Mimma si adopera, tra mille difficoltà e controlli, per reperire medicinali per le compagne e i compagni di lotta.
Il 24 aprile 1945 Mimma prende parte ai combattimenti per liberare la città, ma i proiettili una mitraglia tedesca la colpiscono in Piazza Lepanto, proprio a ridosso dell’ospedale

Alle ore 16 del 24 aprile 1945 Mara e Mimma non possono abbracciarsi, ma, anche grazie a loro, Reggio Emilia è libera dal nazifascismo.