«Per la mente che vede con chiarezza non c’è necessità di scelta, c’è azione».

L’attitudine che il 15 dicembre 2017 a Modena ha portato a radunarsi in Largo Bologna quasi cinquecento persone, a contrapporsi ai nazifascisti che volevano marciare sulla nostra città, è esattamente questa.

È esattamente quella dei tanti giovani e giovanissimi modenesi, orgogliosamente antifascisti e antirazzisti, in prima fila a resistere alle violentissime cariche dei celerini del battaglione Padova, mandati – come sempre – a scortare i camerati chiamati da Terra dei Padri, Veneto Fronte Skinhead e Forza Nuova da tutta la regione. È esattamente quella che manca a quei “leoni” col saluto romano che si riempono la bocca di ribellione al sistema, coraggio e onore, ma non hanno mai avuto di fronte scudi e manganelli con la bava alla bocca, perché li hanno sempre visti – e sostenuti – da dietro, protetti dagli amici della digos, spesso con lame alla mano.

In questi giorni, dopo gli infami fogli di via mandati mesi fa a diversi antifascisti modenesi, sono arrivate tante denunce a decine di quei coraggiosi e generosi ragazzi che quella sera di quasi un anno fa hanno deciso di non voltarsi dall’altra parte di fronte a una manifestazione di infame razzismo, denunce che li accusano tra le altre cose di “adunata sediziosa”, “manifestazione non autorizzata” e “resistenza”.
Resistenza.

Un sintomo di paura da parte della forza pubblica e della compiacente politica modenese, sia di destra che di sinistra: paura di chi decide di lottare, di mettersi in gioco contro questo “nuovo” fascismo tollerato o ammanicato con partiti di governo, che si dice dalla parte della gente ma difende chi sta in alto, che prospera mettendoci qua in basso gli uni contro gli altri. Paura di donne, vecchi partigiani, lavoratori e soprattutto giovani ragazzi che in una sera buia e piovosa hanno combattuto e sconfitto la paura, la rassegnazione, l’indifferenza dei più, e risposto alla chiamata antifascista della propria città, a difesa di Modena e della sua storia, che non si cancella.

Per questo ora non dobbiamo lasciare soli questi ragazzi, e contribuire ognuno nelle sue possibilità alle prossime iniziative a loro sostegno contro questa infame repressione, perché la solidarietà è l’unica arma che abbiamo, a partire dalla pastasciuttata antifascista di venerdì 9 novembre (qua maggiori info -> Modena antifa /// pastasciutta trash benefit!)

Quella del 15 dicembre una risposta forse imperfetta, sporca, indigesta a tanti benpensanti, sinceri democratici o a chi preferisce giudicare rimanendo a guardare, ma che ha dimostrato con orgoglio come le strade di Modena siano state, sono e saranno sempre terra ostile per squadristi, fascisti e loro sgherri riciclatisi dietro facciate più meno presentabili.

Questa è una promessa.
Ai nostri posti sempre ci troverete.

Gli antifascisti e le antifasciste modenesi.
#MODENA #ANTIFA