Ancora cimeli nazifascisti in giro per Bologna

Abbiamo ricevuto questa segnalazione:

In via Oberdan 24 c’è l’edicola San Martino, dove un simpatico edicolante non ha remore a tenere in vetrina, a fianco di buffe statuette e portachiavi di Star Wars, una serie di spillette e cimeli fascisti e nazisti.

Come già rilevato da Zic in passato, questo non è il primo caso di vendita di paccottiglia fascista nel centro di Bologna.

Le persone non dovrebbero potersi poter permettere di vendere mercanzia del genere.

Reggio Emilia è antifascista: note su CasaPound

La prefettura li accoglie, il comune gli concede spazi, la questura li protegge e i giornalisti li coccolano.
È solo grazie a queste complicità che CasaPound, nella giornata di ieri, è riuscita ad organizzare, in totale silenzio per il timore di contestazioni, un banchetto elettorale a Reggio Emilia.
Evidentemente nella città dove si sta svolgendo il più grande processo per mafia del nord molti dimenticano o, peggio, fanno finta di dimenticare chi sono realmente i “bravi ragazzi” di CasaPound, fascisti del terzo millennio.

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Gli impresentabili delle politiche 2018: Gianni Tonelli

Dopo aver presentato su queste pagine l’impresentabile Filippo Berselli, “nuovo che avanza” di CasaPound, oggi ci spingiamo nella sezione “sbirri per gli sbirri” della Lega.

#Diaz... "Parlare di tortura mi sembra eccessivo". #Aldrovandi... "Quella persona è morta per l’assunzione di eroina, ketamina e alcol”. #Cucchi... "Se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze". - Gianni Tonelli, segretario del Sap, capolista della Lega a Bologna.

 

Lo ricordiamo qualche anno fa, sotto le due torri, sul palco della Lega. Già lì si mostrarono simpatie che oggi hanno portato alla candidatura per il collegio plurinominale di Bologna di Gianni Tonelli, segretario del SAP (sindacato autonomo di polizia). La figura, che a più riprese è entrata nel dibattito riguardo alcuni casi di violenza da parte dello Stato e delle Forze dell’ordine, è sempre stata spalleggiata da Matteo Salvini, ma questa volta proporlo in una città fortemente vicina alle drammatiche storie di ragazzi come Cucchi e Aldrovandi, sembra essere un gesto provocatorio.

Possiamo infatti ricordare Gianni Tonelli per delle espressioni che potremmo eufemisticamente definire fin troppo irrispettose nei confronti della sorella di Stefano Cucchi e della madre di Federico Aldrovandi. Sempre Tonelli cercherà di temperare il dramma della Diaz durante il G8 di Genova giustificando la tortura avvenuta ai danni dei ragazzi rifugiati nella scuola. A Bologna, infine, ricordiamo la vicinanza di Tonelli ai macellai del VII reparto celere che nel tempo non si sono risparmiati dal massacrare manifestanti generalmente pacifici.

E proprio di tortura si parla quando, insieme all’immancabile Salvini, critica la legge contro la tortura (nonostante si tratti di una legge ridicola che non tutela volutamente nessuno e nessuna formulata come toppa dopo la condanna della Corte europea) pensandola come un accanimento nei confronti dei “servitori dello Stato”.
Le parti politiche a destra si stanno spingendo sempre oltre nel tentativo di legittimare i dispositivi di violenza dello Stato.

L’aria che si respira è, repetita iuvant, fascisteggiante e lo possiamo vedere ogni giorno sotto i nostri occhi, ogni volta che casi del genere ci mostrano il tentativo della nuova destra di spingere l’odio e la violenza verso il basso.

Neonazisti con ex dell’eversione nera: un tipico venerdì sera a Terra dei Padri

“Né fronte rosso né reazione: lotta armata per la Terza Posizione” recita la strofa tratta dall’inno composto in onore della formazione neofascista eversiva fondata a Roma nel 1978 da Gabriele Adinofi (oggi teorico di riferimento di Casapound), Roberto Fiore (attuale leader di Forza Nuova) e il defunto Giuseppe Dimitri (con un passato che va dalla militanza nei NAR alla consulenza a Gianni Alemanno quando era ministro delle politiche agricole, forestali e alimentari). Compositore dell’inno è Marcello De Angelis, classe 1960, militante e dirigente di primo piano di Terza Posizione – già appartenente, nel 1977, al sodalizio neofascista Lotta Studentesca e prima ancora al Fronte della Gioventù, costola giovanile del MSI – che sarà ospite nella sede fascista Terra dei Padri venerdì 2 febbraio.

Questa «personalità di spicco della Destra Italiana», come viene presentato De Angelis dal sedicente “circolo”, sarà accompagnata dai neonazisti e antisemiti del Veneto Fronte Skinhead (dietro la dicitura del proprio partitino Progetto Nazionale, il cui coordinatore locale è Andrea Casolari) coorganizzatori dell’iniziativa, gli stessi protagonisti delle intimidazioni squadriste di Medole e Como, che tanto hanno provocato effimera indignazione e che adesso sembrano spariti dai radar di giornalisti, sinceri democratici e dell’opinione pubblica benpensante.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio chi è Marcello De Angelis e cosa è stata l’organizzazione neofascista eversiva Terza Posizione.

La parabola di Terza Posizione dura appena due anni perché nel 1980, dopo la strage di Bologna, la magistratura italiana intensifica, a suo modo, la repressione contro le organizzazioni neofasciste. Infatti, il 23 settembre 1980 è ordinato un blitz contro i fondatori e i dirigenti di Terza Posizione, tra cui Marcello De Angelis, con l’emissione di una trentina di ordini di cattura per associazione sovversiva e banda armata. Tuttavia durante il blitz gli arrestati sono solo una decina di militanti giacché in tanti si sono già resi irreperibili soprattutto dopo che il titolare dell’inchiesta, il magistrato bolognese Persico, aveva rilasciato alla stampa una dichiarazione in cui, più o meno, anticipava il blitz. Ad affermarlo saranno, qualche anno più tardi, proprio Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi nella monografia dal titolo “Noi Terza Posizione”. Tra i latitanti vi è anche Marcello De Angelis che si rifugia prima in Francia e poi a Londra insieme ai camerati Roberto Fiore e Massimo Morsello. Su richiesta della polizia italiana, Scotland Yard riesce ad arrestare Fiore e De Angelis, ma, dopo un breve periodo di carcerazione, la corte inglese si pronuncia contro l’estradizione considerando le accuse dei PM italiani di stampo politico.

Durante la latitanza londinese De Angelis partecipa, con Fiore e Adinolfi, alla stesura dell’opuscolo “La Rivoluzione è come il vento”. Si tratta di una nota difensiva in difesa di Terza Posizione che ha ispirato la nazirock band “Intolleranza” nel singolo “Come il Vento”. Il processo contro Terza Posizione si chiude nel 1985 con 24 condanne e 7 assoluzioni. Marcello De Angelis è condannato in contumacia a 5 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata. Rientrato in Italia ne sconta 3 usufruendo dell’amnistia del 1989 e, una volta uscito dal carcere, fonda la band 270 bis, ironico richiamo all’articolo del codice penale che individua il reato di associazione sovversiva. Con i 270 bis De Angelis compone, tra l’altro, l’album “Cuore Nero” in cui spicca il brano “Claretta e Ben”, canzone il cui testo rappresenta un cult per la fascisteria italiana e non solo.

Da rivoluzionario duro e puro di Terza Posizione, De Angelis è stato eletto, nel 2006, senatore nelle liste di Alleanza Nazionale in Abruzzo e, nel 2008, deputato alla Camera con le liste del popolo della Libertà sempre in Abruzzo. È stato, dal 1996, direttore di Area, mensile della destra vicina a Gianni Alemanno e, tra il 2011 e il 2014 direttore del quotidiano “Secolo d’Italia”. Il 15 aprile 2016 De Angelis, su iniziativa dei militanti fascisti di Progetto Nazionale, ha presentato a Reggio Emilia il libro “C’è un cadavere nel mio champagne” e ha suonato in unplugged con un membro della naziband mantovana Acciaio Vincente, i cui componenti fanno parte del Veneto Fronte Skinhead.

Ancora una volta Terra dei Padri si dimostra – nel silenzio complice di giornalisti, politici “democratici” e media locali – sede di ritrovo comune della galassia nera regionale e centro di supporto logistico a tutte le organizzazioni nazifasciste che vorrebbero fare della via Emilia un terreno dove seminare odio razziale, aggressioni squadriste e paura per chi non accetta la loro infame ideologia. La serata “culturale” di venerdì 2 febbraio, come la vuole spacciare il “circolo” di via Nicolo Biondo 297, chiamerà infatti a Modena numerosi naziskin da tutto il Nord Italia (Parma, Sassuolo, Mantova, Piacenza e Verona in particolare) che, una volta riempitisi di alcool e fomentatisi con un ex dell’eversione nera, potranno poi scorrazzare per le vie della città mettendo a repentaglio la sicurezza personale di tutti coloro che avranno la sfortuna di incrociare per sbaglio la loro strada. Ricordiamo che gli appartenenti al Veneto Fronte Skinhead si sono sempre contraddistinti per atti di violenza e intolleranza brutale, con intimidazioni, pestaggi e aggressioni soprattutto verso stranieri o tutti coloro che avversano l’ideologia neonazista del gruppo, anche con uso di armi improprie e accoltellamenti, fino a sfociare nel 2008 nell’omicidio a Verona di Nicola Tommasoli, ragazzo che si era rifiutato di “offrire” una sigaretta.

Come possono le autorità permettere questo tipo di raduni nazisti?
Come possono le istituzioni e i media locali fare finta di niente, salvo poi stupirsi o indignarsi quando poi puntualmente avvengono pestaggi, aggressioni, accoltellamenti nelle strade della città?
Dobbiamo attendere che del sangue venga versato o che ci scappi l’ennesimo morto ammazzato da un fascista per fare qualcosa contro questo sdoganamento, pericoloso per tutti?

Invitiamo tutta la cittadinanza modenese che vive nei pressi del “circolo” Terra dei Padri e che frequenta la movida del venerdì sera in centro a tenere gli occhi aperti per quella serata.

 

Ancora attività all’Ex Consorzio in via Mattei

Dell’Ex-consorzio di Via Mattei ce ne si era già occupati quando Alessandro Lucia, personaggio già noto nominato “Custode giudiziaro” dalla Procura, aveva sbandierato di volerci installare la “la palestra per sport di combattimento più grande d’Europa”.
Ciò aveva suscitato la reazione dell’antifascismo cittadino poichè Lucia, già candidato con Forza Italia con Lisei e Bignami (si, quello vestito da nazista) in sostegno a Lucia Borgonzoni, candidata della Lega, si era reso noto per dichiarazioni quali “uccidere gli zingari” e simili.
In supporto alla gestione del luogo erano intervenuta una misteriosa “Bologna Sociale”, nome-cappello dietro cui si muovevano figuri legati a Forza Nuova e Fascismo e libertà, i cui membri avevano ripulito diversi ambienti del complesso.
Fatto sta che nell’area, vicina a zone periferiche fortemente meticce e -soprattutto- all’HUB di Via Mattei (struttura di smistamento dei migranti su cui a più riprese sono apparse scritte intimidatoria e nelle cui vicinanze furono esplosi colpi di pistola, poi scopertasi a salve, contro un lavoratore di origine immigrata si erano moltiplicate le iniziative xenofobe quali presidi della Lega Nord e di Fratelli d’Italia.
All’Ex-consorzio, invece, erano incominciate a succedersi feste di musica elettronica che avevano causato anche numerose lamentele da parte dei vicini residenti.
Ma se per un bicchiere abbandonato fuori da un centro sociale scoppia il finimondo, per eventi da centinaia di persone la polizia chiude un occhio se dietro c’è odor di destra.
Ancora oggi infatti continuano eventi di musica elettronica, con numerosi Dj e clienti paganti.
La sigla che pubblicizza tutti questi concerti è “Consortium Club”, dalla cui pagina si evince essere legata legata al brand “Cattivisinasce”, marca di oggetti per sport da combattimento proprietà di Alessandro Lucia. Non a caso basta guardare la pagina facebook di “Consortium” per vedere riferimenti allo stesso Lucia.
E’ legittimo che un custode giudiziario possa disporre così arbitrariamente di spazi che dovrebbe sorvegliare? Perchè partiti politici di destra così attivi nella “lotta al degrado” fanno sì che un loro (ex?) candidato sia dietro ad eventi che già hanno attirato rimostranze, ma su cui poi è calato il silenzio?
E qual è il ruolo di “Bologna sociale” in tutto ciò, prendendo in considerazione anche il moltiplicarsi di attività intimidatorie razziste nell’area?
Queste sono domande che bisogna porre e che necessitano di chiarimenti.
È pertanto necessario continuare a sorvegliare ciò che si muove in quell’area e iniziare una più capillare opera di controinformazione fra chi frequenta ambienti e scene di quel genere, magari pure negli spazi sociali.

 

Reggio Report. Giornale di bufale, complotti, stronzate e libertà ma solo per i ricchi

Per una volta puntiamo la nostra attenzione su un quotidiano on line in cui l’imparzialità e l’attendibilità delle news, talvolta scritte con i piedi, sono merce rarissima.
Si tratta di Reggio Report di cui è nota la particolare disponibilità a dedicare spazi utili a sdoganare organizzazioni neofasciste e a celebrarne le azioni con compiacenza.

Sull’ultima vicenda che ha visto denunciat* a Reggio Emilia 4 antifasct* per imbrattamento, nella redazione di Reggio Report deve esser girato un buon fiasco di vino, perché la quantità di seghe mentali trascritte nel relativo articolo è raccapricciante!

Reggio Report scrive che l’estrema sinistra (definizione insignificante) sta cercando lo scontro fisico con CasaPound che si presenta alle elezioni, ma dimentica che i fascisti del terzo millennio si portano sul groppone una lunga serie di aggressioni violente.

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Se 7.000 euro di vitalizio non bastano…

Qualche giorno fa abbiamo scritto un approfondimento su Filippo Berselli, il “nuovo” candidato di CasaPound.

Ci sentiamo però di volere approfondire ulteriormente la conoscenza del Berselli. Pochi mesi fa, infatti, il Corriere ha pubblicato un articolo riguardo i vitalizi dei parlamentari emiliani.
È emerso che Berselli, grande amico di Alfano e sostenitore della legge Fornero, percepisce il vitalizio più ricco in regione: ben 7000€ al mese, “«cifra monstre», maturata dopo quasi 30 anni tra Camera e Senato (la prima elezione risale al 1983)”.

Filippo Berselli ha votato favorevolmente la legge Fornero in Senato

Forse CasaPound pensa che sia possibile “aiutare gli italiani poveri” aiutando invece gli italiani ricchi a restare comodi in una poltrona parlamentare a rubare ingenti vitalizi.

CasaPound: la casa dei ricchi politici

“Ho trovato Casa… Casapound”

Con questa terribile freddura degna del peggior cabarettista dilettante, sabato ha esordito il candidato di Casapound Bologna: l’ex-senatore Filippo Berselli.

Ma oltre al pessimo senso dell’umorismo cosa sappiamo di lui?
Avvocato cassazionista di quelli che un cittadino con uno stipendio normale mai si potrebbe permettere (non per niente tra i suoi “hobby” c’è il collezionismo di auto d’epoca!), nel 1983 viene eletto deputato per il Movimento Sociale Italiano e continua la sua carriera parlamentare per ben 5 (!) legislature, passando in Alleanza Nazionale, nel Popolo delle Libertà e infine nel Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Come sottosegretario alle finanze nel ’94 si rende complice delle politiche ultra-liberiste del primo governo Berlusconi. Lavorando nel ministero della difesa dal 2001 al 2006 avalla le cosiddette missioni di pace in Iraq e in Afganistan: nei fatti atti di guerra nei confronti della popolazione, spreco immenso di denaro pubblico, sudditanza totale agli Stati Uniti.
Durante la sua ultima legislatura invece vota a favore della legge Fornero, si adopera per l’acquisto degli F-35 (altro spreco di soldi), auspica un esercito comune per l’Unione Europea (ma non sono contro l’UE ‘sti fascisti??) e rompe con Alfano solo nel 2015, a causa dell’elezione di Mattarella.
Ormai è evidente a chiunque che Casapound stringe alleanze con la peggiore feccia: dalla soubrette multimilionaria Nina Moric al clan mafioso degli Spada, ma proprio non ci aspettavamo che sarebbero arrivati a sostenere un ricco politico di professione che ha lavorato addirittura per il governo di larghe intese, ossia con il PD.
I fascisti del terzo millennio imbottiscono di falsità la gente dicendosi puri e dalla parte dei poveri, quando non sono altro che dei politicanti qualsiasi: truffatori, bugiardi e corruttori (qualche pacco di pasta o 80 euro in più nella busta paga fa molta differenza?) pronti a stringere amicizie ambigue con politici di professione pur di arraffare qualche briciola di potere.