CasaPound: la casa dei ricchi politici

“Ho trovato Casa… Casapound”

Con questa terribile freddura degna del peggior cabarettista dilettante, sabato ha esordito il candidato di Casapound Bologna: l’ex-senatore Filippo Berselli.

Ma oltre al pessimo senso dell’umorismo cosa sappiamo di lui?
Avvocato cassazionista di quelli che un cittadino con uno stipendio normale mai si potrebbe permettere (non per niente tra i suoi “hobby” c’è il collezionismo di auto d’epoca!), nel 1983 viene eletto deputato per il Movimento Sociale Italiano e continua la sua carriera parlamentare per ben 5 (!) legislature, passando in Alleanza Nazionale, nel Popolo delle Libertà e infine nel Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Come sottosegretario alle finanze nel ’94 si rende complice delle politiche ultra-liberiste del primo governo Berlusconi. Lavorando nel ministero della difesa dal 2001 al 2006 avalla le cosiddette missioni di pace in Iraq e in Afganistan: nei fatti atti di guerra nei confronti della popolazione, spreco immenso di denaro pubblico, sudditanza totale agli Stati Uniti.
Durante la sua ultima legislatura invece vota a favore della legge Fornero, si adopera per l’acquisto degli F-35 (altro spreco di soldi), auspica un esercito comune per l’Unione Europea (ma non sono contro l’UE ‘sti fascisti??) e rompe con Alfano solo nel 2015, a causa dell’elezione di Mattarella.
Ormai è evidente a chiunque che Casapound stringe alleanze con la peggiore feccia: dalla soubrette multimilionaria Nina Moric al clan mafioso degli Spada, ma proprio non ci aspettavamo che sarebbero arrivati a sostenere un ricco politico di professione che ha lavorato addirittura per il governo di larghe intese, ossia con il PD.
I fascisti del terzo millennio imbottiscono di falsità la gente dicendosi puri e dalla parte dei poveri, quando non sono altro che dei politicanti qualsiasi: truffatori, bugiardi e corruttori (qualche pacco di pasta o 80 euro in più nella busta paga fa molta differenza?) pronti a stringere amicizie ambigue con politici di professione pur di arraffare qualche briciola di potere.