Reggio Emilia è antifascista: note su CasaPound

La prefettura li accoglie, il comune gli concede spazi, la questura li protegge e i giornalisti li coccolano.
È solo grazie a queste complicità che CasaPound, nella giornata di ieri, è riuscita ad organizzare, in totale silenzio per il timore di contestazioni, un banchetto elettorale a Reggio Emilia.
Evidentemente nella città dove si sta svolgendo il più grande processo per mafia del nord molti dimenticano o, peggio, fanno finta di dimenticare chi sono realmente i “bravi ragazzi” di CasaPound, fascisti del terzo millennio.

E allora saremo noi a rinfrescare la memoria agli smemorati della democratica Reggio Emilia, fornendo un quadro, solo parziale, delle azioni e dei coinvolgimenti dei “bravi ragazzi” di CasaPound.

A Firenze, poco più di 6 anni fa, il 13 dicembre 2011, Gianluca Casseri, simpatizzante di CasaPound e scrittore dell’ideodromo dei fascisti del terzo millennio, ha impugnato una magnum 357 e l’ha scaricata contro alcuni cittadini senegalesi uccidendo Samb Modou e Diop Mor e ferendo gravemente Moustapha Dieng.
Nella Piazza Dalmazia del capoluogo fiorentino è stata eretta una lapide a ricordo delle vittime della follia razzista.

A Napoli, nel gennaio del 2013, alcuni militanti di CasaPound sono arrestati con diversi capi d’accusa tra cui banda armata, detenzione e porto illegale di armi e materiale esplosivo e attentati incendiari.
Secondo le intercettazioni i militanti di CasaPound indagati, dediti, tra l’altro, “alla sistematica attività di indottrinamento dei giovani militanti all’odio etnico e all’antisemitismo mediante riunioni in cui si discuteva, tra l’altro, anche dei contenuti del libro ‘Mein Kampf’ di Adolf Hitler” volevano stuprare una ragazza ebrea («Ma se tu vedi passa e la salutano tutti, gli arabi che la salutano con rispetto, si con rispetto. Mi sta facendo stizzire troppo…Io a questa qua la devo vattere (picchiare) o la picchio o la stupro e le faccio uscire il sangue dal c…» ) e dare fuoco all’oreficeria di proprietà di signore ebreo.
Emmanuela Florino e Giuseppe Savuto, due dei militanti arrestati nel 2013 sono candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo nei collegi della Campania.

Per raccontare gli intrecci tra CasaPound e la malavita organizzata si potrebbe citare l’omicidio di Silvio Fanella, maturato, nel luglio del 2014, nell’ambito delle attività illecite dell’estremismo fascista romano,
Fanella viene assassinato, in un vero e proprio agguato, da Giovanni Battista Ceniti, ex responsabile di CasaPound Piemonte VCO e già espulso all’epoca dei fatti secondo il leader Iannone.

Andrea Antonini, invece, era coordinatore laziale di CasaPound e consigliere per i fascisti del terzo millennio al XX municipio di Roma quando, nel 2011 viene gambizzato in pieno giorno sulla via flaminia. Gli inquirenti hanno sempre escluso la matrice politica dell’agguato indirizzando, piuttosto, le indagini negli ambienti dell’estrema destra romana senza mai fare completa luce. Tuttavia, nel 2016, Antonini, insieme a Pietro Casasanta, responsabile dell’associazione della protezione civile di CasaPound “La Salamandra”, viene condannato per aver favorito la latitanza del boss Santafede, narcotrafficante legato alla camorra.

Più recentemente, un’inchiesta de l’Espresso a firma di Stefano Vergine e Giovanni Tizian, lo stesso giornalista che aveva denunciato i collegamenti mafiosi in Emilia gli stesi del processo Aemilia, evidenzia tutti gli intrecci tra CasaPound e il clan Spada di Ostia, anche in relazione al successo elettorale dei neofascisti nella cittadina del litorale romano.
In particolare l’inchiesta giornalistica racconta dei legami della coppia Chiaraluce – Marsella, quest’ultimo candidato presidente per CasaPound al X Municipio, con i boss di Ostia.
Carlotta Chiaraluce è candidata alle prossime elezioni politiche con CasaPound nei collegi del Lazio.

Fra i candidati di CasaPound alle prossime elezioni del 4 marzo non possiamo non citare Augusto Sinagra.
Avvocato e docente di diritto internazionale, Sinagra è stato difensore del “venerabile” della P2 Licio Gelli, ma, soprattutto, ha rappresentato e difeso alcuni colonnelli del dittatore argentino Jorge Rafael Videla (incluso il torturatore Jorge Antonio Olivera scarcerato nel 2000 dalla Corte d’Appello di Roma grazie alla presentazione di un certificato rivelatosi poi falso) e gli interessi del governo turco contro Ocalan.
Proprio ad Abdullah Ocalan e al popolo kurdo il Comune di Reggio Emilia ha conferito, di recente, la cittadinanza onoraria «in segno di riconoscimento e condivisione dei principi di democrazia, uguaglianza e libertà per il popolo stesso».

Candidati con CasaPound sono anche Filippo Castaldini autore, insieme ad altri 4 camerati dell’aggressione e del pestaggio ai danni di 4 ragazzi reduci da una festa privata e scambiati per attivisti del centro sociale “Bruno”, nonché Filippo Galli accusato di tentato omicidio nei confronti di un attivista del centro sociale “Dordoni” di Cremona.

Ormai a Reggio Emilia l’antifascismo recitato dalle istituzioni e dai partiti è più che mai fittizio e opportunistico. I distinguo e la repressione delle pratiche antifasciste vanno sempre più spesso a braccetto con le coccole, le giustificazioni e le legittimità elargite “democraticamente” alle organizzazioni neofasciste.
Per questo l’antifascismo non può essere mediato con le istituzioni mediante leggi, regolamenti, delibere etc., ma deve essere costruito e praticato quotidianamente nelle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori, delle studentesse e degli studenti, dei migranti, degli sfruttati e degli oppressi.

Fiducia nello stato non ne abbiamo. L’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo.