Solidarietà alle antifasciste e agli antifascisti, solidarietà a chi lotta

A Firenze, durante le manifestazioni contro il ministro dei selfie, una ragazza viene trascinata via per il collo da 3 agenti della polizia, malmenata e minacciata di abuso sessuale. Le hanno detto “ti infilo il manganello nell’ano”, secondo la più becera dialettica dell’apologeta dello stupro.
Nessun questore è andato a farle visita per farle le scuse. Nessun rappresentate della sinistra democratica, salottiera e borghese si è scandalizzato.

A Bologna, mentre il leader di forza nuova si mostrava soddisfatto di vedere al governo le idee del suo partito fascista, una donna di 55 anni, che gridava il proprio dissenso per la presenza dei fascisti nella città in cui il terrorismo nero ha compiuto stragi, viene trascinata e sbattuta in terra dagli uomini della polizia.
Nessun questore è andato a farle visita per farle le scuse. Nessun rappresentate della sinistra democratica, salottiera e borghese si è scandalizzato.

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Vergognosa provocazione di forza nuova!

Ieri sera Reggio Emilia ha assistito, ancora una volta, alla passeggiata (ma è meglio chiamarla ronda) dell’odio e dell’intolleranza organizzata dai militanti di forza nuova, che, indossata la virtuale divisa da poliziotto (che a loro piace e a maggior ragione da quando un loro amico, tal ministro dell’interno, ne fa largo sfoggio), sono andati in giro a “scoraggiare malintenzionati, spacciatori e tossicodipendenti”.

La ronda forzanuovista è andata in scena nonostante le “minacce” del sindaco Vecchi, che, lo scorso novembre, a margine di un flash mob di forza nuova in zona stazione, aveva affermato: “I fascisti a Reggio Emilia non li vogliamo! Li abbiamo già cacciati una volta e siamo pronti a rifarlo”. (gazzetta di reggio 17/11/2018).

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«Per la mente che vede con chiarezza non c’è necessità di scelta, c’è azione».

L’attitudine che il 15 dicembre 2017 a Modena ha portato a radunarsi in Largo Bologna quasi cinquecento persone, a contrapporsi ai nazifascisti che volevano marciare sulla nostra città, è esattamente questa.

È esattamente quella dei tanti giovani e giovanissimi modenesi, orgogliosamente antifascisti e antirazzisti, in prima fila a resistere alle violentissime cariche dei celerini del battaglione Padova, mandati – come sempre – a scortare i camerati chiamati da Terra dei Padri, Veneto Fronte Skinhead e Forza Nuova da tutta la regione. È esattamente quella che manca a quei “leoni” col saluto romano che si riempono la bocca di ribellione al sistema, coraggio e onore, ma non hanno mai avuto di fronte scudi e manganelli con la bava alla bocca, perché li hanno sempre visti – e sostenuti – da dietro, protetti dagli amici della digos, spesso con lame alla mano.

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Decine di denunce per aver osteggiato il “regolare svolgimento” di una manifestazione di nazisti. Con orgoglio antifascista e antirazzista!

A distanza di quasi un anno dalla grande piazza antirazzista di Modena del 15 dicembre 2017, quando in oltre 400 ci siamo trovati/e da tutta l’Emilia per opporci all’infame presenza nazifascista di Terra dei Padri, Veneto Fronte Skinhead e Forza Nuova sulle strade di Modena, in questi giorni a decine e decine di antifascisti/e modenesi ed emiliani/e sono state consegnate altrettante denunce. Tante le accuse, tra cui “adunata sediziosa”, “manifestazione non autorizzata”, “istigazione a delinquere”, “oltraggio a pubblico ufficiale”, “travisamento” e “resistenza”, a cui si aggiungono i diversi fogli di via da Modena già comminati mesi fa contro ragazzi e ragazze che vivono quotidianamente per lavoro, appartenenza e affetti la propria città


Misure repressive che vogliono colpire chi quella sera, sfidando le provocazioni poliziesche e l’ipocrisia di certa sinistra al caviale, ha voluto dare un messaggio forte di opposizione alle organizzazioni neofasciste sempre più presenti sul territorio e al razzismo istituzionale che oggi vediamo a fianco e dentro il governo.

Ma andiamo con ordine.
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L’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo!

Oggi Carpi ha dato una forte risposta a chi tenta di criminalizzare e reprimere chi ogni giorno porta la lotta antifascista nelle strade. Tanti compagni e tante compagne di Carpi e di tutta l’Emilia si sono ripresi la città, contro chi ci vorrebbe soli ed isolati, e contro chi utilizza l’antifascismo come una bandiera da sventolare occasionalmente per raccattare qualche voto. Oggi abbiamo ribadito in maniera chiara e netta che le piazze sono di chi lotta, mentre il posto dei fascisti è nelle fogne!

Carpi: gravissimo attacco repressivo all’antifascismo

In questi ultimi giorni sono stati consegnati ben 26 decreti penali di condanna ad antifasciste/i carpigiane/i riguardanti i fatti del 4 agosto scorso: quel giorno Forza Nuova inscenò a Carpi un presidio intimidatorio davanti ad una palazzina che di lì a poco avrebbe ospitato alcuni migranti.
Chi quella sera decise, spontaneamente e coraggiosamente, di recarsi sul posto per rifiutare la presenza di FN si trovò ad affrontare le cariche della polizia e addirittura le minacce e le aggressioni degli impavidi camerati italici.
Infatti i neofascisti (una quarantina in tutto e provenienti da tutto il norditalia) si distinsero quella sera per ripetute aggressioni ai carpigiani che li contestavano (più di 60 persone arrivate alla spicciolata sul lato opposto della strada, tutte disarmate ed a volto scoperto).
Durante queste aggressioni, portate avanti con aste e cinture, i forzanovisti ferirono anche un poliziotto che si frapponeva tra i due schieramenti.

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Le elezioni non ci hanno mai appassionato.

Crediamo che il cambiamento, quello reale, vada costruito e praticato con il culo ben piantato in strada, tra la nostra gente, e non seduti comodamente sopra una poltrona, in palazzi svuotati da ogni potere e legittimità.

Questa campagna elettorale, dove i soliti ladri, mafiosi, corrotti e riciclati si sono presentati ancora una volta come salvatori della patria, e dove il razzismo e la xenofobia si sono imposti come senso comune di massa attraverso cui sfogare la giusta rabbia degli impoveriti e degli impauriti, si è contraddistinta per un fatto apparentemente inatteso: l’irruzione del fascismo come ipotesi attuale diffusa, possibilità concreta organizzata, opzione praticabile in movimento, integrato, incoraggiato e protetto all’interno della democrazia.

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Banditi nelle strade: ieri partigiani, oggi antifascisti.

Alcune riflessioni sui fatti di questi giorni.

In questi ultimi giorni, nel mezzo di un’oscena campagna elettorale percorsa da razzismo sempre più virulento, attentati terroristici di matrice fascioleghista che potevano finire in strage e passerelle elettorali di politicanti ladri e corrotti che si spacciano come salvatori della patria, a gran voce irrompe da parte dei media nazionali la minaccia degli “opposti estremismi”.
Da destra a sinistra, ma soprattutto dalla “sinistra” istituzionale, è una corsa a equiparare la reazione antifascista che sta attraversando la parte sana del nostro paese all’escalation di aggressioni con lame e pistole portata avanti da militanti e simpatizzanti di gruppi come Forza Nuova e Casapound, Veneto Fronte Skinhead e Lealtà Azione.

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Rafforziamo l’allerta antifascista

Al ritorno dalla giornata di mobilitazione contro Forza Nuova a Bologna, dove ha partecipato una folta rappresentanza cittadina, gli antifascisti vengono allertati di un anomalo assembramento di digos e polizia in città.
In tarda serata scopriamo che la gentil scorta a spese dei cittadini era nientedimeno per Roberto Fiore, leader del partito neofascista, xenofobo e solidale con il terrorista Traini.
Questa volta, a differenza delle ultime due,la visita dello sgradito e impresentabile fascista è avvenuta in sordina, senza proclami o annunci e ben protetto dalla sbirraglia amica( questo come al solito).
Una pratica consona ai ratti di FN, che però non possiamo che cogliere con soddisfazione. L’opposizione quotidiana a livello cittadino messa in campo negli ultimi due anni ha di fatto costretto ad un passo indietro i fascisti limitandone visibilità e impedendo la propaganda a Fiore.
Crediamo che oggi più che mai serva una presenza costante sul territorio e non solo, seppure sia importante, nei momenti nazionali o là dove si alzi la tensione.
Una presenza che come antifascisti e antifasciste modenesi cerchiamo di riversare quotidianamente in ogni modo nei nostri quartieri ostacolando con ogni mezzo possibile chi propina idee di odio e intolleranza.
Invitiamo perciò tutti i collettivi e le individualità antifasciste a rafforzare la loro presenza sul territorio e ad una proficua collaborazione evitando inutili protagonismi, in quanto la fase storica richiede massimo impegno e coesione

Macerata: il punto di non ritorno

A quattro giorni da un attentato terroristico di matrice fascista e razzista, che poteva costare la vita a 11 persone, le autorità dello Stato autorizzano comizi pubblici ai leader di Forza Nuova e Casapound, Roberto Fiore e Simone Di Stefano, concedendo spazi a quei soggetti politici da cui proveniva chi ha compiuto quell’attentato. È questa la risposta politica delle istituzioni al pogrom mancato.

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