Europeismo neoliberista e sovranismo nazionalista: due facce della stessa medaglia

Continua la mobilitazione di massa che in Ungheria ha visto scendere in piazza e scontrarsi con la polizia decine di migliaia di lavoratori contro la legge sul lavoro – denominata SLAVE LAW, qui un approfondimento https://www.infoaut.org/…/in-migliaia-in-piazza-contro-la-s… – voluta da Viktor Orbàn, alleato di Salvini e Meloni, idolo dei sovranisti e dei fascioleghisti italiani e preso come esempio di “lotta ai poteri forti” dai gruppi neofascisti come Terra dei Padri, Forza Nuova e Casapound.

La legge varata dall’“eroico” sovranista ungherese non a caso è stata chiamata “legge schiavitù”: infatti aumenta la possibilità di ricorrere agli straordinari da 250 alle 400 ore annuali – facendo scomparire il sabato di riposo e lavorando 6 giorni su 7 –, allunga a tre anni l’obbligo di pagarli e impone un regime di contrattazione individuale tra lavoratore e azienda. Una legge dichiaratamente antioperaia, voluta fortemente sia dalle grandi multinazionali che dal padronato ungherese, che si trovano uniti e senza confini nello sfruttamento delle classi subalterne.

Perché il sovranismo di Orban è l’altra faccia della medaglia del neoliberismo europeista, contro cui dice di combattere?

Perché il settore automobilistico, pilastro dell’economia ungherese basata principalmente sulle esportazioni e con un giro d’affari di 24,7 miliardi di euro e 144mila addetti nel 2015, è dominato dalle principali grandi case tedesche – Mercedes, Audi, Opel – che si servono di circa 700 subappaltatori, sia stranieri che locali. Il principale mercato d’esportazione ungherese (87%) infatti è l’Unione Europea guidata dalla Germania, a cui fornisce manodopera a basso prezzo per le proprie grandi imprese. Nonostante serva maggiore manodopera per tenere il ritmo produttivo imposto dall’alto, le leggi razziste contro l’immigrazione – prese a modello dalla Lega e dalla galassia fascioleghista – impediscono di ricorrere ad altro che agli operai ungheresi: quindi anche i sabato liberi dovranno scomparire, per dedicarli al lavoro coatto per il profitto dei padroncini ungheresi e degli azionisti europei. D’altronde anche in Austria, il governo populista e sovranista di estrema destra di Sebastian Kurz ha già introdotto una legge che rende possibile la settimana di lavoro di sessanta ore.

È questa la ricetta sovranista auspicata “contro i poteri forti” da Salvini e dai suoi utili tirapiedi neofascisti, da Terra dei Padri a Forza Nuova a Casapound: esattamente la stessa dei poteri forti. Ovviamente, le decine di migliaia di lavoratori ungheresi scesi in piazza a protestare contro l’ennesimo inasprimento dello sfruttamento e il restringimento dei propri diritti sono stati bollati da Orban come “pagati da Soros”…

Non fatevi ingannare dalle narrazioni mainstream: siamo di fronte a due destre internazionali, una sovranista, reazionaria, populista, e l’altra europeista, progressista, tecnocratica, entrambe impregnate della medesima ideologia neoliberista, che fanno finta di combattersi quando lavorano per lo stesso scopo: spremere le vite di chi sta in basso per i profitti di chi sta in alto, anche attraverso la guerra tra sfruttati autoctoni e sfruttati immigrati.

Le due facce della stessa medaglia da rompere, insieme a quella dei fascisti.

#ANTIFA