Chi aiuta a legittimare e sdoganare i gruppi nazifascisti? – Le amicizie di Terra dei Padri

È questa una domanda che occorre sempre porsi quando si parla delle organizzazioni neofasciste e neonaziste, negli ultimi tempi tornate alla ribalta in un’escalation di intimidazioni, violenze e aggressioni culminate nella tentata strage di Macerata, quando Luca Traini, fascioleghista gravitante tra la Lega di Salvini, Forza Nuova e Casapound ha aperto il fuoco contro numerose persone per strada, “colpevoli” di avere il colore della pelle sbagliato. Organizzazioni che, rispetto alle forze che si battono quotidianamente con fatica per conquistare diritti per tutti e tutte, uguaglianza sostanziale e giustizia sociale – nelle lotte sui posti di lavoro, nelle lotte a scuola, nelle lotte per la casa, nelle lotte contro il razzismo e fascismo –, godono di una visibilità e di una sovraesposizione mediatica che garantiscono loro una diffusione capillare della propria propaganda basata su guerra tra poveri, divisione tra bianchi e neri, identitarismo razziale, suprematismo etnico, “purezza del sangue” e un’immagine di legittimità sociale e politica che altrimenti non avrebbero.

Questa visibilità costruita artificialmente pubblicando come oro colato le loro dichiarazioni, questa sovraesposizione mediatica su quotidiani, tv e portali d’informazione cittadini a senso unico, questa caparbietà a rappresentare razzisti e nazifascisti come “controcorrente”, “bravi ragazzi”, “difensori dei più deboli”, “vittime dell’odio”, questa disponibilità a interloquire con loro e nelle loro sedi come se fossero “cittadini impegnati” qualunque e le loro fossero “opinioni come le altre” è uno dei fattori alla base dello sdoganamento di gruppi responsabili di cacce all’immigrato, pestaggi organizzati, attentati a centri d’accoglienza, accoltellamenti di attivisti e militanti antirazzisti (qui una panoramica con centinaia di segnalazioni solo negli ultimi anni http://www.ecn.org/antifa/article/357/AZIONI%20FASCISTE): sono sei, infatti, gli omicidi fascisti compiuti dal 2003 al 2016.

Quali responsabilità, quindi, ha il mondo del giornalismo italiano nello sdoganamento e nella legittimazione dei nostalgici delle leggi razziali e delle eliminazioni in massa di “subumani sgraditi”?

Se già Mentana e Formigli, prima delle ultime elezioni, partecipando a un “confronto pubblico” dentro la sede romana di Casapound avevano permesso a questo partito neofascista, intrallazzato con clan mafiosi e criminali come gli Spada di Ostia, di presentarsi pubblicamente come forza politica normalizzata e legittimata, un esempio di questo tipo di operazione si compie in piccolo anche a Modena, proprio nella settimana di celebrazioni del 25 aprile, nel sedicente “circolo” Terra dei Padri, casa comune della galassia nera emiliana. Sabato 28 aprile infatti diversi giornalisti locali e nazionali, come Federica Prati de “La Voce di Reggio”, Giuseppe Leonelli direttore de “La Pressa ” e Giuseppe De Lorenzo de “Il Giornale” presenzieranno come relatori a un’iniziativa della sede neofascista.

Un’ennesima iniziativa pateticamente volta a dipingere questi nazifascisti come “poveri diavoli”, a ripulire la loro immagine rappresentandoli come “vittime dell’odio”, come “agnellini innocenti” preda di fantomatiche “persecuzioni politiche”. Basterebbe qualche ricerca e vederli da vicino per capire che tipo di persone sono costoro, con solidi agganci nel mondo dell’imprenditoria e della politica, ben finanziati (da chi?), con amicizie “altolocate” nelle stanze delle istituzioni e delle autorità pubbliche che contano (quelle, per esempio, che forniscono un servizio d’ordine permanente alle loro iniziative fatto di camionette e reparti antisommossa pagati dal contribuente modenese) e sempre ben coccolate da quei poteri forti che dicono senza vergogna di combattere.

Questi giornalisti lo sanno che si siederanno sulle stesse sedie su cui si sono seduti ex appartenenti agli ambienti dell’eversione nera e dello stragismo neofascista degli anni ’70 come Mario Merlino, Claudio Mutti, Marcello De Angelis? Sullo stesso palco dove hanno suonato gruppi nazirock inneggianti alle SS, ai repubblichini e a Hitler come Topi Neri, Acciaio Vincente, Legittima Offesa? Dietro lo stesso bancone che ha accolto le conferenze di dirigenti di Forza Nuova, Veneto Fronte Skinhead, Generazione identitaria?

Lo sanno questi giornalisti che davanti a loro si stenderà una platea formata da naziskin, squadristi e “camerati” identitari, appartenenti a organizzazioni viste all’opera solo pochi mesi fa in un’escalation di violenza, tra intimidazioni ad attivisti antirazzisti, accoltellamenti di militanti di sinistra, pestaggi a giornalisti (non vi ricordate più la testata di Roberto Spada, l’amico di Casapound, al giornalista Rai?) e aggressioni a immigrati?

Tra l’altro in una giornata, il 28 aprile, che ogni anno vede la galassia nera italiana riunirsi in nome del vittimismo e celebrare il proprio orgoglio nazifascista con parate e marce in stile paramilitare, tra saluti romani, grida di “presente!” e sieg heil, anche a Modena sotto la via intitolata a Ramelli (in foto una delle pagliacciate degli anni scorsi, con Terra dei Padri a dirigere insieme ai militanti di Forza Nuova, gli hammerskins di Lealtà Azione, nazisti del Veneto Fronte Skinhead e “identitari” vari )?

La domanda iniziale rimane inevasa: chi aiuta quindi a sdoganare e legittimare i gruppi nazifascisti?