Quando parliamo di saldatura effettiva tra le organizzazioni nazifasciste e il Ministero dell’Interno, di sinergia tra galassia nera e governo verde-giallo, di alleanza tra pericolosi accoltellatori e “rispettabili” politici in cravatta verde, non parliamo a vanvera, e non parliamo solo di Modena.
E risaputo ormai che, nell’indifferenza del Movimento 5 stelle con cui è al governo, la Lega di Salvini coltivi da tempo (si veda la foto con l’intera dirigenza Casapound, del 2015!) collaborazioni e alleanze con gruppi apertamente nazifascisti: con Lealtà Azione in Lombardia, con il Veneto Fronte Skinhead a Verona, con Casapound nel centro Italia, mentre a Modena l’amicizia con Terra dei Padri è ormai consolidata.
Venerdi sera tutto questo si è reso palese anche a chi fino a oggi ha fatto finta di non vedere.
A Bari una trentina di fascisti della sezione locale di Casapound ha aggredito, con il beneplacito della polizia presente, diversi manifestanti – tra cui famiglie con bambini – del corteo contro le politiche leghiste, contro il razzismo di Stato e contro la sgradita presenza di Salvini in città, che aveva visto migliaia di persone sfilare per le strade. Diversi sono stati feriti in modo grave con mazze, bastoni e cinghiate, e una volta accorsi i compagni davanti al covo neofascista i reparti antisommossa della polizia hanno caricato diverse volte la folla, proteggendo gli squadristi ancora macchiati del sangue degli aggrediti.
Dando la nostra totale solidarietà agli aggrediti, vogliamo partire da questo – ennesimo – fatto politico per fare una riflessione.
In tutto l’occidente assistiamo a una divisione dal lavoro tra governi “populisti” e “sovranisti” e organizzazioni nazifasciste: dagli Stati Uniti di Trump alla Turchia di Erdogan, dall’Ungheria di Orban alla Polonia e all’Ucraina, le organizzazioni fasciste influenzano sempre più direttamente l’agenda politica dei paesi e la vita quotidiana delle persone, ponendosi come braccio armato al servizio delle politiche del governo, capaci di ottenere vantaggi, finanziamenti, protezione e cooptazione nelle stanze del potere grazie alla loro capillare presenza territoriale e al loro organico di migliaia di militanti, che i partiti xenofobi e nazionalisti “istituzionali” come la Lega non possono eguagliare.
Una Lega, quella di Salvini, che di fatto si è appropriata e reso digeribili a livello di massa le parole d’ordine da sempre patrimonio del milieu dell’estrema destra, che si è visto derubato della propria offerta politica, ma che è riuscito in questo modo a rendersi mainstream, a sdoganarsi, a normalizzarsi. Ai fascisti non resta quindi che ritagliarsi una spazio, attraverso il loro “capitale” militante, all’interno della ristrutturazione di governance in corso in tutto l’occidente, con il ruolo di radicalizzare sempre di più un discorso e una prassi che sono diventati comuni a tutto il blocco della destra: da Forza Italia a Casapound passando da Diego Fusaro ai neonazisti del VFS fino alle riviste come Eurasia, il lessico politico è il medesimo, cambiano solo le sfumature. Un processo che ha egemonizzato a tutti i livelli anche chi si dice – solo a parole – suo avversario: dalla gara a chi fa più deportazioni tra Lega e PD ai “comunisti per Salvini”.
Altro che “ribelli contro il sistema”, altro che “distruggere l’Unione Europea”: mercenari al servizio del “nuovo” ceto dirigente europeo in ascesa che mira a sostituire la “sinistra” neoliberale in decadenza nelle leve della governance, e usati come pedine per favorire le scalate politiche dei propri capi, i fascisti sono le marionette dei veri padroni di sempre, di quelli che ieri imponevano “piani di risanamento” lacrime e sangue e oggi promettono qualche briciola di reddito etnico (solo ai veri italiani di sangue e suolo!) in cambio della rapina della flat tax; sono i mercenari della guerra tra sfruttati che i ricchi stanno scatenando per deviare la rabbia popolare verso un capro espiatorio, il diverso, l’immigrato, per mantenere saldo il proprio potere sulle nostre vite; sono soprattutto gli infami che accoltellano, pestano e uccidono chiunque rappresenti un potenziale e radicale fattore di traformazione della società nella direzione della giustizia sociale e dell’uguaglianza.
Con i fascisti organizzati, non meno che con il senso comune fascistoide pervade gran parte della società, lo scontro si farà sempre più duro. Velleitaria ogni richiesta di rispetto di una Costituzione mai applicata, inutili le vecchie ritualità e retoriche fuori dal tempo, ridicolo ogni appello alla moderazione o a una democrazia svuotata dall’interno, dannoso ogni tentativo di “fronte democratico” con coloro che, nei fatti, hanno aperto le porte al ritorno di questo nuovo fascismo e da sempre cercano di disarmare di concretezza ed efficacia l’unico vero antifascismo, quello che si innesta dentro la lotta di classe.
Per questo crediamo sia necessario ripensare un antifascismo militante adeguato alle sfide del XXI secolo, ripensarlo come elemento strategico e non più di retroguardia, soprattutto in grado di tutelare l’autodifesa sociale e collettiva – elemento che non può più essere eluso – e contribuire alla lotta neccessaria – rafforzandola – contro lo stato di cose presente.
Combattere la paura. Distruggere il fascismo.
#ANTIFA