L’antifascismo non è una scusa – su M5S, fascismo e lotta di classe

Due giorni fa, insieme ad altri, denunciammo in un post che il circolo neofascista “Terra di Padri” avesse organizzato un evento chiamato “100 giorni di governo gialloverde”, con la partecipazione dei parlamentari Stefania Ascari (5 Stelle) e Guglielmo Golinelli (Lega).
La notizia scatenò numerosissime (e giustissime) polemiche sul fatto che rappresentanti del governo avessero accettato di parlare in un luogo che aveva visto la partecipazione di gruppi neonazisti, band incitanti a massacri etnici e fascisti ed ex terroristi appartenenti agli ambienti dell’eversione e dello stragismo nero.
Attualmente la on. Ascari ha annunciato, sulla nostra pagina, di aver rifiutato la partecipazione all’evento. Nonostante ciò il covo di Via Nicolò Biondo non ha né cancellato né corretto le informazioni date sui suoi social fino ad oggi [5/09/18].

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I partiti di Governo in una sede neofascista

L’estate sta finendo, e nelle mattine uggiose della nostra città si inizia a sentire l’umido della guazza notturna e l’odore di campagna dell’autunno padano, amato dai modenesi e dalle modenesi con l’affetto che si riserva agli odori dell’infanzia. Quello che invece amato non è per nulla è il cattivo odore che proviene dalla sede nazifascista di Via Nicolò Biondo 297. Con la fine dell’estate ricomincia infatti ad uscire dalle fogne la puzza di ratto da quelle quattro mura, con le iniziative organizzate dal sedicente “circolo culturale” neofascista cittadino Terra dei Padri. A questo fetore è impossibile abituarsi, ma questa volta ci colpisce particolarmente perchè provvisto di una nauseabonda nota in più, dissonante rispetto alla puzza a cui siamo nostro malgrado abituati: questa volta gli ospiti non saranno più i nazisti del Veneto Fronte Skinhead o di Lealtà Azione, non più band nazirock come i Legittima Offesa o gli Acciaio Vincente, non più dirigenti dell’estrema destra più aggressiva o “intellettuali” che si rifanno alle tesi del fascismo o del nazionalsocialismo europeo, ma ben più “puliti” esponenti locali dei due principali partiti di governo.


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