#antifa #combattilapaura
Vergognosa provocazione di forza nuova!
Ieri sera Reggio Emilia ha assistito, ancora una volta, alla passeggiata (ma è meglio chiamarla ronda) dell’odio e dell’intolleranza organizzata dai militanti di forza nuova, che, indossata la virtuale divisa da poliziotto (che a loro piace e a maggior ragione da quando un loro amico, tal ministro dell’interno, ne fa largo sfoggio), sono andati in giro a “scoraggiare malintenzionati, spacciatori e tossicodipendenti”.
La ronda forzanuovista è andata in scena nonostante le “minacce” del sindaco Vecchi, che, lo scorso novembre, a margine di un flash mob di forza nuova in zona stazione, aveva affermato: “I fascisti a Reggio Emilia non li vogliamo! Li abbiamo già cacciati una volta e siamo pronti a rifarlo”. (gazzetta di reggio 17/11/2018).
RE/MO #ANTIFA – sempre a testa alta, sempre senza tregua! ????
Brenton Tarrant è uno di noi.
L’autore del manifesto politico dietro la strage di Christchurch non è un folle, è il figlio legittimo, integrato e coerente, del tempo in cui viviamo: il tempo della crisi.
Crisi – nel suo significato originario di trasformazione radicale – che non è solamente materiale, ovvero di decadenza di un intero ciclo di egemonia ed accumulazione capitalistica, ma anche politica e sociale, che sconquassa le categorie e i rapporti su cui si sono retti patti e conflitti, e che sconvolge aspetti culturali, antropologici, esistenziali – collettivi e individuali – che si erano dati lungo tutto un arco storico.
BERGAMO, 2-3 MARZO: AntifaFest 2.0 – Nuovi immaginari, linguaggi e pratiche antifa. Qualche spunto di riflessione e dibattito in vista del festival.
0. Partiamo da un fatto fondamentale e da una domanda provocatoria.
Il fatto: oggi la questione fascista non è più solo una questione tecnica, legata al mero esercizio della forza, come fino a pochi anni fa, ma è diventata una questione politica, legata anche all’esercizio dell’egemonia, quindi del potere. La stessa cosa vale per la teoria e la prassi dell’antifascismo, la cui crisi crediamo sia connessa alla più complessiva crisi della militanza come prassi organizzata della rottura. Da qui occorre inevitabilmente partire.