Dal corteo di Bologna a pugni chiusi alzati salutiamo questo nuovo 25 aprile.
Più passano gli anni e più siamo di fronte a una responsabilità maggiore: mantenere vivo il significato di questa giornata.
Uomini, donne, bambini, gente semplice e comune davanti ad una scelta, ha deciso di imbracciare un fucile, prendere una semplice bicicletta o mettere a disposizione una casa, per abbattere il fascismo e le sue ideologie.
Una scelta che alla fine il fascismo lo ha abbattuto ma solo come forma e modello di governo politico.
Nel sociale tutto questo non è accaduto.
Ed è qui la responsabilità più grande che abbiamo e che giornate come oggi servono per capire, pensare e agire su questo.
Il nostro compito oggi è abbattere il pensiero fascista che imperversa in una buona fetta della popolazione e nel modo di agire e pensare delle istituzioni.
Per questo è importante anche l’uso delle parole che noi usiamo.
Il 25 aprile è la festa della liberazione e della lotta di resistenza. Oggi però non possiamo più permettersi di resistere, dobbiamo attaccare altrimenti potrebbe essere già troppo tardi, se non lo è già.
Attaccare su ogni fronte: politico, culturale, sociale.
Ognuno di noi con i propri mezzi, con le proprie capacita e conoscenze, con il suo modo di agire nel quotidiano ha la responsabilità di impedire che questo dilagare di indifferenza, odio verso il diverso, di isolamento e controllo, cessi.
La storia ci ha insegnato che l’indifferenza è pericolosa, non lasciamo che questa indifferenza ci torni a mettere davanti a delle scelte come successe ai nostri nonni.
Pensiamo e agiamo
Agiamo e lottiamo
Lottiamo e attacchiamo.
Buon 25 aprile festa dell’insurrezione