«In tempi come questi»

Alcune note da Modena su post-elezioni, antifascismo, e noi.

È cambiata molto la città di Modena in questi ultimi anni, forse per incapacità di una classe dirigente non più all’altezza, forse anche lei travolta dagli eventi e dai processi che questo paese sta subendo oppure, e siamo propensi a pensarla così, la tenuta sociale del modello emiliano studiato e applicato dal vecchio PCI e portato avanti dell’attuale PD non regge più.

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Solidarietà a Flavia!

Siamo con la maestra antifascista Flavia senza se e senza ma!
Invocato da tutte le forze politiche di questo paese, il licenziamento di Flavia, donna, lavoratrice e antifascista, è l’emblema della deriva autoritaria e repressiva di un apparato istituzionale che accetta, coccola e legittima il fascismo. È talmente colluso con esso che ne ripropone alla perfezione i suoi tratti più oppressivi, dalle limitazioni alla libertà di espressione e opinione ai divieti di manifestare.
Ma di condanne e licenziamenti neanche l’ombra quando chi indossa una divisa ha ucciso, ferito, malmenato e stuprato.
Nè si è mai visto un simile eccesso di zelo da parte del MIUR per gli insegnanti fascisti che nelle scuole propagano odio razziale, xenofobo e sessista.
Il fascismo è un crimine e criminale è chi lo legittima e lo difende.

Le elezioni non ci hanno mai appassionato.

Crediamo che il cambiamento, quello reale, vada costruito e praticato con il culo ben piantato in strada, tra la nostra gente, e non seduti comodamente sopra una poltrona, in palazzi svuotati da ogni potere e legittimità.

Questa campagna elettorale, dove i soliti ladri, mafiosi, corrotti e riciclati si sono presentati ancora una volta come salvatori della patria, e dove il razzismo e la xenofobia si sono imposti come senso comune di massa attraverso cui sfogare la giusta rabbia degli impoveriti e degli impauriti, si è contraddistinta per un fatto apparentemente inatteso: l’irruzione del fascismo come ipotesi attuale diffusa, possibilità concreta organizzata, opzione praticabile in movimento, integrato, incoraggiato e protetto all’interno della democrazia.

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Banditi nelle strade: ieri partigiani, oggi antifascisti.

Alcune riflessioni sui fatti di questi giorni.

In questi ultimi giorni, nel mezzo di un’oscena campagna elettorale percorsa da razzismo sempre più virulento, attentati terroristici di matrice fascioleghista che potevano finire in strage e passerelle elettorali di politicanti ladri e corrotti che si spacciano come salvatori della patria, a gran voce irrompe da parte dei media nazionali la minaccia degli “opposti estremismi”.
Da destra a sinistra, ma soprattutto dalla “sinistra” istituzionale, è una corsa a equiparare la reazione antifascista che sta attraversando la parte sana del nostro paese all’escalation di aggressioni con lame e pistole portata avanti da militanti e simpatizzanti di gruppi come Forza Nuova e Casapound, Veneto Fronte Skinhead e Lealtà Azione.

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Azione antifa! Prima che sia troppo tardi

Ma li avete visti ‘sti fasci di merda in giro? Sono mesi ormai che la loro retorica a favore delle classi benestanti infesta giornali, siti web, strade e piazze. Sono mesi che in ogni dove si parla la lingua del peggior razzismo spacciata per amor di “””patria””” sotto una bugiarda coltre di fuffa antisistema. Chiediamoci un attimo: ma quando questo manipolo di accoltellatori e politicanti sarà in parlamento, cambierà qualcosa? No, ci rispondiamo subito; la gente continuerà a essere sottomessa, sfruttata e sottopagata come lo sarebbe (e lo è stata) con qualsiasi altra forma di governo. Il fascismo non è un’ideologia, ma non è neanche un crimine: il fascismo è la chiave che i padroni usano per rinchiudere sfruttati e sfruttate nella gabbia della frustrazione; l’antifascismo è il grimaldello che questa gabbia la apre.

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Reggio Emilia è antifascista: note su CasaPound

La prefettura li accoglie, il comune gli concede spazi, la questura li protegge e i giornalisti li coccolano.
È solo grazie a queste complicità che CasaPound, nella giornata di ieri, è riuscita ad organizzare, in totale silenzio per il timore di contestazioni, un banchetto elettorale a Reggio Emilia.
Evidentemente nella città dove si sta svolgendo il più grande processo per mafia del nord molti dimenticano o, peggio, fanno finta di dimenticare chi sono realmente i “bravi ragazzi” di CasaPound, fascisti del terzo millennio.

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Rafforziamo l’allerta antifascista

Al ritorno dalla giornata di mobilitazione contro Forza Nuova a Bologna, dove ha partecipato una folta rappresentanza cittadina, gli antifascisti vengono allertati di un anomalo assembramento di digos e polizia in città.
In tarda serata scopriamo che la gentil scorta a spese dei cittadini era nientedimeno per Roberto Fiore, leader del partito neofascista, xenofobo e solidale con il terrorista Traini.
Questa volta, a differenza delle ultime due,la visita dello sgradito e impresentabile fascista è avvenuta in sordina, senza proclami o annunci e ben protetto dalla sbirraglia amica( questo come al solito).
Una pratica consona ai ratti di FN, che però non possiamo che cogliere con soddisfazione. L’opposizione quotidiana a livello cittadino messa in campo negli ultimi due anni ha di fatto costretto ad un passo indietro i fascisti limitandone visibilità e impedendo la propaganda a Fiore.
Crediamo che oggi più che mai serva una presenza costante sul territorio e non solo, seppure sia importante, nei momenti nazionali o là dove si alzi la tensione.
Una presenza che come antifascisti e antifasciste modenesi cerchiamo di riversare quotidianamente in ogni modo nei nostri quartieri ostacolando con ogni mezzo possibile chi propina idee di odio e intolleranza.
Invitiamo perciò tutti i collettivi e le individualità antifasciste a rafforzare la loro presenza sul territorio e ad una proficua collaborazione evitando inutili protagonismi, in quanto la fase storica richiede massimo impegno e coesione

Solidarietà ai compagni arrestati in seguito al corteo antifascista piacentino

Nelle ultime ore è notizia di tre arresti a seguito del corteo antifascista di Piacenza svoltosi sabato scorso 10 febbraio.

Una giornata, quella di Piacenza, che ha contribuito con forza, insieme a tutte le altre manifestazioni antifasciste organizzate lo stesso giorno in tantissime città italiane a partire da Macerata, a riportare all’attenzione di tutti l’importanza e la necessità odierna di opporsi collettivamente alla spirale omicida del terrorismo fascista e razzista, cresciuto a partire da quelle organizzazioni fasciste a cui si permette di aprire sedi, fare comizi, compiere sistematiche aggressioni nella totale impunità, e rafforzate dallo sdoganamento del razzismo e della xenofobia come “normalità”.

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Piano Kalergi e sostituzione etnica a Terra dei Padri: un altro grande sabato di “offerta culturale” per Modena

Dopo ex terroristi implicati con l’eversione nera e lo stragismo neofascista degli anni ’70 e ’80, al “circolo” Terra dei Padri va in onda un grande classico moderno del più becero e delirante complottismo suprematista, fatto suo dal fascioleghismo nostrano: il fantomatico piano Kalergi per la “sostituzione etnica” della “razza bianca” europea.
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Sulla giornata di lotta antifascista a Piacenza e considerazioni generali

Sabato 10/02 alcun compagn erano a Piacenza per manifestare il proprio rifiuto verso l’apertura della sede locale di Casapound e verso il fascismo.

Gli antifascisti e le antifasciste hanno mostrato con determinazione al sindaco, al questore e alla città intera che la presenza dei neofascisti in città avrà il suo costo, che la tolleranza e complicità delle amministrazioni comunali verso questi soggetti ha delle ripercussioni e che parte del tessuto sociale che si rivede nei valori della resistenza e dell’antifascismo ha preso atto che non si può delegare l’antifascismo a nessuna istituzione.

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