Alcune riflessioni sui fatti di questi giorni.
In questi ultimi giorni, nel mezzo di un’oscena campagna elettorale percorsa da razzismo sempre più virulento, attentati terroristici di matrice fascioleghista che potevano finire in strage e passerelle elettorali di politicanti ladri e corrotti che si spacciano come salvatori della patria, a gran voce irrompe da parte dei media nazionali la minaccia degli “opposti estremismi”.
Da destra a sinistra, ma soprattutto dalla “sinistra” istituzionale, è una corsa a equiparare la reazione antifascista che sta attraversando la parte sana del nostro paese all’escalation di aggressioni con lame e pistole portata avanti da militanti e simpatizzanti di gruppi come Forza Nuova e Casapound, Veneto Fronte Skinhead e Lealtà Azione.
Non si può che rimanere alquanto sbigottiti e perplessi sull’accanimento repressivo che si sta mettendo in atto nei confronti di molti giovani antifascisti e antifasciste in tutta Italia, ma soprattutto come una certa opinione pubblica metta allo stesso livello il fascismo e l’antifascismo, come se fossero due cose uguali. Riportiamo alcuni dati per capire per bene come stanno le cose partendo da quello che ci racconta il Viminale per poi passare a quelli che sono i fatti reali.
Secondo il Viminale, dal 2011 al 2016 contro i fascisti ci sono stati 10 arresti e 240 deferimenti all’autorità giudiziaria per aggressioni, intimidazioni, pestaggi, caccie all’immigrato, accoltellamenti, tentati omicidi.
Dal 2003 a oggi militanti neofascisti o appartenenti ad ambienti direttamente limitrofi hanno ammazzato Davide Cesare, accoltellato a Milano nel 2003, Renato Biagetti, accoltellato a Focene nel 2006, Nicola Tommasoli, pestato a morte a Verona nel 2008 da nazisti del Veneto Fronte Skinhead, Samb Modou e Diop Mor, uccisi a colpi di pistola a Firenze nel 2011 da Gianluca Casseri, militante di Casapound, Emmanuel Chidi Namdi, pestato a morte a Fermo nel 2016 da Amedeo Mancini, sempre aggregato di Casapound, Anna Carusone, uccisa a fucilate dal marito davide Mango, militante di Forza Nuova nel gennaio 2018. Nel febbraio 2018 Luca Traini, ex candidato della Lega nel 2017, insieme a Forza Nuova alla “marcia su Roma” del 4 novembre 2017, tra le file di Casapound al Family day del 2016, spara sulla folla a Macerata mirando esclusivamente ad immigrati africani. Si evita la strage per un soffio, ma rimangono gravemente feriti Wilson Kofi, 20 anni, dal Ghana; Omar Fadera, 23enne del Gambia; Jennifer Otiotio, nigeriana 25enne; Gideon Azeke, anche lui nigeriano, 25 anni; Mahamadou Toure, del Mali, 28 anni; e Festus Omagbon, dalla Nigeria, 32 anni. Per non parlare di tutte le centinaia di aggressioni squadriste, pestaggi organizzati, intimidazioni violente e le cacce all’immigrato che in questi anni sono state quotidianamente rimaste ignorate dalla stampa e impunite dalla “giustizia” italiana.
Nello stesso periodo contro i militanti e attivisti della sinistra ci sono stati 852 arresti; 15.602 denunce; 385 fogli di via; 221 decreti di sorveglianza speciale; 139 obblighi di firma; 71 obblighi di dimora, in larghissima parte per “reati” legati a lotte sociali, sindacali, ambientali, antimilitariste cioè scioperi, cortei di operai, picchetti antisfratto, occupazioni di case, blocchi stradali, picchetti, sostegno a immigrati e rifugiati, manifestazioni No Tav, No Muos, No Tap e contro la militarizzazione in Sardegna.
Una bella differenza no?
In compenso i rarissimi casi di azioni di polizia o giudiziaria contro i fascisti, consentono a questi ultimi di poter ricorrere a quel “vittimismo aggressivo” che manifestano sistematicamente quando “le prendono” dagli antifascisti.
Da Torino a Piacenza passando per Modena, Bologna, Roma per arrivare a Palermo assistiamo a un dispiegamento repressivo che colpisce duro solo a senso unico. Perchè i neofascisti, come del resto la Lega salviniana che ha armato ideologicamente la mano di Luca Traini, sono elementi fondamentali per la stabilità di questo sistema politico, economico e sociale marcio. Dove la disperazione, il rancore e la nevrosi diffusi a livello sociale vanno gestiti e indirizzati verso un obiettivo politico coincidente sempre di più con il migrante o in generale con il “nero”, quindi verso il basso, e non verso l’alto, dove risiedono i responsabili della miseria e dell’impoverimento collettivi.
Si assiste quindi a perquisizioni preventive, arresti e denunce per tentato omicidio per due giri di nastro adesivo o per la reazione alle provocazioni poliziesche; facce con nomi e cognomi sbattute sui giornali come se davanti ai nostri occhi avessimo criminali, mafiosi o killer professionisti. Quando invece sono un operaio egiziano, due studenti, un fattorino e un pizzaiolo a essere in carcere per essere antifascisti, aver praticato l’antifascismo e aver risposto a violenze, sopraffazioni e provocazioni impunite senza voltarsi dall’altra parte.
Sono compagni e compagne che nonostante il forte attacco istituzionale continuano a portare avanti in modo attivo e militante la lotta contro le ingiustizie e per l’uguaglianza, una lotta quotidiana contro uno stato di cose che fa della violenza, del razzismo, della xenofobia e del sessismo la propria ragione di essere.
Viviamo in una società e in un periodo storico in cui non si può più fare finta di niente di fronte alla ripresa di un movimento fascista sempre più “normalizzato”, protetto e violento per le strade. La pratica e la militanza nell’antifascismo è determinante e sarà certamente una lotta cardine da portare avanti senza tentennamenti, senza politicismi, senza divisioni dal basso, ma con tanta determinazione, nelle piccole cose di tutti i giorni come nelle risposte più decise, in cui tutti e tutte occorre impegnarsi. Non crediamo sia un caso che a Palermo questi nazisti si guardino bene di alzare la testa e compiere infami aggressioni, accoltellamenti e omicidi come nel resto d’Italia…
Siamo enormemente vicini a tutti i compagni/e che nelle ultime settimane devono far fronte alla repressione.
Combattiamo la paura e la rassegnazione, distruggiamo il fascismo!