Quando il loro lavoro lo fanno altri: ovvero alcune note a margine di una falsa notizia

Non siamo appassionati di polemiche a mezzo stampa, ma come antifascisti e antifasciste dell’Emilia sentiamo la necessità di mettere qualche punto fermo rispetto all’artificiale “clamore mediatico” e al ridicolo “allarme anni di piombo” costruito in provetta da qualche professionista della carta stampata, sempre in cerca di qualche inesistente scoop e copia venduta in più.
Ieri mattina – come oggi – su svariate testate locali e nazionali aperti da titoli tendenziosi, mistificatori e ingannevoli, abbiamo potuto leggere articoli “fantascientifici” rispetto all’opuscolo di controinformazione sulla presenza di organizzazioni, associazioni di copertura e sedi fasciste in Emilia pubblicato da qualche giorno sul blog di Emilia antifascista. Un lavoro di inchiesta giornalistica già da anni disponibile online (quindi dove sarebbe la notizia?) e ampiamente circolato alla luce del sole attraverso presentazioni, distribuzioni, volaninaggi, dibattiti, incontri e discussioni pubbliche e giunto da poco al terzo aggiornamento.

Per dare l’idea dei toni usati da questi quotidiani, riportiamo una breve rassegna stampa.

Cominciamo con il Resto del Carlino che blatera senza imbarazzo di fantomatiche “liste di proscrizione” quando il nostro opuscolo è semplicemente volto alla tutela di coloro che non conoscendo il livello di penetrazione e di attività sotto diverse sigle di comodo dell’estrema destra neonazista e neofascista in regione, rischiano di andare a sostenere lupi travestiti da agnellini, accoltellatori che si nascondono dietro sedicenti Onlus, no-profit e “associazioni di solidarietà”, nonché di subire intimidazioni, minacce e aggressioni squadriste.
Evidentemente siamo riusciti a fare un giornalismo d’inchiesta migliore di chi lo fa per professione, quell’inchiesta che manca a tanta informazione locale e italiana che da sempre ignora, minimizza o fa passare per “risse tra balordi” le quotidiane violenze fasciste e razziste perpetrate, nella completa impunità, dai militanti di un’estrema destra sempre più aggressiva, che è arrivata perfino a tentare una strage a Macerata (qua la mappa delle aggressioni: dal 2014 a oggi si contano a centinaia). Oltretutto il nostro è un giornalismo d’inchiesta fatto con un minimo di etica: i nomi e le informazioni pubblicate sul dossier sono di pubblico dominio, rese pubbliche dai giornali, siti d’informazione e dalle stesse organizzazioni fasciste attraverso i propri canali, mentre certi scribacchini non si fanno scrupoli a “sbattere il mostro in prima pagina” pubblicando scientificamente informazioni private di chi viene colpito dalla repressione. Tra l’altro, a ulteriore prova della costruzione tendenziosa dell’articolo in questione, facciamo notare che è corredato da foto di scontri di piazza che, però, si son tenuti a Torino.

Dopo il Resto del Carlino si butta a gamba tesa (anzi, a braccio teso) il Giornale. Con un articolo che tocca vere punte di lirismo, chi scrive si lancia nella deformazione e nello stravolgimento dei fatti tangibili citando addirittura nel titolo ad effetto minacce palesemente inventate e scritte da nessuna parte (vi invitiamo a cercare nel testo dell’opuscolo il virgolettato che il Giornale fa passare come una citazione diretta). Il quotidiano ipotizza un qualche fantasioso filo diretto fra l’attacco alla sede bolognese di Azione Universitaria e l’opuscolo di controinformazione cercando poi di far passare filiali di Forza Nuova e Lealtà e Azione, la prima dichiaratamente fascista e la seconda nata da una costola del Ku Klux Klan, come innocenti associazioni senza scopo di lucro e senza fini politici.
Ma cos’altro aspettarsi da chi l’estate scorsa, pubblicò la falsa notizia di un “matrimonio pedo-gay” in una scuola di Castel d’Argine, vera e propria fake-news che scatenò una dura e violenta campagna di terrore da parte di catto-fascisti e cattolici integralisti contro maestre ed educatrici colpevoli di aver promosso un’educazione alla diversità? Ovviamente la fake news non fu mai ritrattata, nonostante le smentite persino della dirigenza scolastica.
Quelle sì delle vere “liste di proscrizione”, ma presentate come legittima preoccupazione di genitori e di politici “moderati”, gli stessi che hanno citato motti delle SS, che hanno dichiarato ai quattro venti che “rivorrebbero i forni crematori” o che si vestono – per scherzo, dicono – da Gestapo o da nazionalisti serbi.

Deformazione dei contenuti, estrapolazione di frasi decontestualizzate, estremizzazione ad hoc dei toni, invenzione di sana pianta di “virgolettati” come se fossero citazioni dall’opuscolo, reductio agli “anni di piombo”, il tutto presentato come uno “scoop” sensazionalistico: è questo il modus operandi di creazione di una non-notizia.
La controinformazione dal basso cerca di sopperire dove l’informazione “ufficiale” è assente a volte per incompetenza, a volte per manifesta tendenziosità.

A riprova di quanto diciamo basta eseguire una semplice ma non scontata operazione di verifica: leggere l’opuscolo direttamente coi propri occhi.

Invitiamo quindi tutte e tutti a scaricarlo, leggerlo, stamparlo, distruibuirlo, approfondirlo e aggiornarlo per farsi un’idea di come oggi le organizzazioni fasciste e naziste operano, di come riescono ad espandersi e penetrare nei nostri territori in modo inedito. Tutto questo è reso possibile grazie anche all’appoggio più o meno esplicito delle destre istituzionali sempre meno moderate e sempre più radicalizzate dal grande affare elettorale del populismo e del razzismo. Crediamo che l’antifascismo, oggi più che mai, nella non più “rossa” Emilia debba ritornare ad essere capace di parlare e comunicare. La controinformazione è solo un piccolo strumento, uno dei tanti, per fare ciò.

Se si vuole contestare l’inchiesta di Emilia antifascista, lo si faccia “sul pezzo”, con gli strumenti del giornalismo, dimostrando che ci sono errori da correggere, citando le pagine e le fonti e confutando le affermazioni, invece di stare a gridare a uno scandalo che non esiste.

Il movimento antifascista cresce e si sta coordinando in tutta la regione, forte di tante persone che non vogliono più voltarsi dall’altra parte di fronte al razzismo e al fascismo. Non si lascerà certo fermare dai deliri di alcuni giornali!

Emilia antifascista


[Scarica l’opuscolo in PDF per la stampa]

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